Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 1 settembre 2017

Cevennes&Vercors - 3a parte - Vercors

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Salutiamo l'arrivo di settembre insieme alla Cevennes e a Meyrueis, dove siamo stati benone, posti lontani da tutto e dove viverci non deve essere così facile, ma dal sapore antico, perfetti per ritrovarsi lontano dal caos e dal superfluo, i posti che piacciono (e parecchio) a noi.
Il cupolino adesso punta il Vercors, altro parco naturale che si prospetta molto spettacolare, e per raggiungerlo ce la prendiamo comoda, tanto per cambiare!


In partenza da Meyrueis

La giornata è più tersa e anche più freschina, e ci pare una buona idea fare una deviazione e ritentare la salita al Mont Aigoual, già visto qualche giorno prima. Detto fatto siamo in cima, ma il meteo è decisamente diverso. Vento forte e freddo becco, senza che la vista a lunga gittata ci guadagni chissà cosa. Bello maaa....andiamo viaaaaaaaaaa!!


Gonfi di vento!


Freddo beccoooo!

Ricalando a valle torniamo in temperatura. La giornata se ne andrà placida, tra qualche deviazione decisa lì per lì, un milione di saliscendi, tantissimi panorami, una manciata di gorge, qualche picco montano roccioso. Si insomma....una noia per il mototurista.


Suze la Rousse

Col du Gourdon


Calando dal Col du Gourdon entriamo nella valle della Drome, e lo scenario cambia drasticamente. Dove si butta lo sguardo si vedono vigne. Uno dei paesini che attraversiamo è gemellato con la senese Montepulciano. Qui sul vino non si scherza, ed è uno dei motivi per cui ci troviamo da queste parti. Arriviamo a Die, la nostra cuccia per le prossime quattro notti, una cittadina di origini romane. Il B&B è proprio in centro. L'atmosfera in paese è un po' stramba e da lì a breve capiremo il perchè. Die è una specie di riserva hippie, un luogo elitario, frutto del benessere di cui si gode in quella zona, un senso di pace interiore che negli anni ha richiamato molte persone convinte di trovare lì l'essenza della vita. Si sono moltiplicati centri olistici più o meno organizzati, che con il tempo sono diventati fin troppi. Troppo benessere, troppa elitarietà. Mica si campa solo di pane e zen.
Meno male che da quelle parti c'è anche altro, vino in primis!
A proposito....un aperitivino per cominciare ci sta proprio bene...


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Oggi sarà la prima e unica giornata delle ferie durante la quale la strommina si riposerà. Il meteo risponde alla voce "incerto tendente pioggia", per cui vai di trekking urbano e altre amenità.
Partiamo dalla piazza principale, dove c'è un mercato a km zero, presente in paese ben tre volte la settimana, variopinto e traboccante di specialità del luogo, davvero molto interessante.




Zeppa per inclinare le cassette molto caratteristica

Il meteo, piuttosto ingrugnato, regge, e riusciamo a passeggiare per i vicoli della parte più antica.




Il simbolo dell'ufficio del turismo. E la pecorella va!

Un guazzabuglio di manufatti inglobati in un muro d'epoca gallo-romana






Dopo aver scarpinato lungo la collinetta dove sono presenti i resti meglio conservati dell'antica rocca, ci abbandoniamo ai piaceri di Bacco, andando in visita alla cantina simbolo di Die, la Jaillance, dove vengono prodotti vini con il metodo ancestrale, metodo la cui fermentazione non è innescata dall'inserimento di lieviti esterni come avviene nel metodo classico (o champenois), ma che avviene tramite una leggera pestatura dei grappoli di moscato dai quali vengono così estratti microscopici funghi presenti sugli acini responsabili, appunto, della fermentazione.
Il risultato, dopo un ulteriore periodo di fermentazione che può arrivare ad un anno è un vino leggermente frizzante, fresco, fruttato, poco alcolico, perfetto come aperitivo o da degustare nei momenti di relax non essendo impegnativo.
La visita alla cantina si snoda su un percorso costruito ad hoc che ci narra un po' la storia e un po' le caratteristiche del vino, che si conclude con la degustazione dei vari prodotti, in un crescendo di aromi. 


Godiamo, oltre che per il vino, anche per il meteo che ci grazia con scrosci di pioggia mentre siamo intenti nella visita e con ampi spazi di sereno al momento dell'uscita. La meteo fortuna continua a baciarci!


Concludiamo la giornata in un ristorantino particolare, dove i clienti possono decidere tra varie specialità prendendole direttamente al bancone del self service, una via di mezzo tra un ristorante tipico e una mensa sociale, dove si respira un'aria rilassata e dove, tutto sommato, si risparmia anche qualcosa.
A letto. Domani si torna per curve e gorges!

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Facciamo colazione col sorriso. Il cielo è sgombro di nubi e si prospetta una giornata coi fiocchi!
Oggi ci butteremo dritti dritti (ma anche no) nella natura del Vercors, mixando belle strade a punti mozzafiato. E' passato un bel po' di tempo da quando leggendo uno speciale di Motociclismo dedicato al mototurismo agognavo di mettere le ruote da queste parti. Finalmente ci siamo e non potevamo trovare giornata migliore!

Risaliamo il Col de Rousset con un vento fastidioso che ci costringe a continui cambi di traiettoria. Vento a parte la salita al passo è stupenda, per il tracciato e per i panorami. Da queste parti è un must!



Randagiamo su strade ben messe, spettacolari da farsi in moto, e come se fossimo a teatro, godiamo di continui cambi di scenario, come nel caso dell'altopiano dove si trova il paesino di Vassiex en Vercors, la cui bellezza ospita il Memoriale della Resistenza del Vercors.


Il pezzo forte arriva di lì a breve, ed ha inizio appena toccato il Col de la Machine. Il Cirque de Combe Laval con la strada incastonata nella roccia è assolutamente da non perdere, anche se noi non ce la siamo persa per un pelo, visto che dal giorno successivo avremmo trovare il tratto chiuso per lavori. Altro gran colpo di deretano!



E' incredibile pensare che il nostro stupore odierno, misto al divertimento dello stare in sella, sia dovuto alla necessità di trasportare legna, motivo alla base della costruzione a forza di piccone di questa spettacolare strada. Si resta a bocca aperta mentre si ammirano panorami strapiombanti!







Proseguiamo al piccolo trotto, per raggiungere un altro punto molto caratteristico, il paesino dalle case sospese di Pont en Royans, davvero molto suggestivo, dove altre alla vista accontentiamo anche lo stomaco in una focacceria cubana prima di rimettersi in marcia.






Di nuovo in sella, tra continui tuffi tra gole e riemersioni su morbidi declivi. Qua la natura ti prende letteralmente a ceffoni e la realizzazione di queste strade deve essere stata una vera e propria lotta per cercare di convivere con una crosta terrestre a dir poco ostile.

Gorges de la Bourne lungo la D531

Rencurel


Un altro punto "grave" è il canyon des Ecouges, una gola strettissima dove un tratto di strada ricavato nella roccia è stato messo in disuso e rimpiazzato da un tunnel buio, stretto e davvero poco invitante, dove troviamo alcuni ciclisti senza nessun tipo di illuminazione artificiale che procedevano "a naso". 





Tocchiamo Saint Gervais riconquistando la valle dell'Isere, tempestata di alberi da noce, frutto utilizzato in quest'area di Francia per fare un deliziosissimo olio di noci che, ovviamente, ci siamo comprati prima di ripartire per casa e che ci centelliniamo con sommo gaudio.
Dopo un piccolo assaggio di fondovalle ci ributtiamo di nuovo a capofitto tra pareti rocciose, strapiombi ed altre morbidezze.

Gorges du Nan



Lungo la D103


Completiamo l'anello raccordandoci prima all'altopiano di Vassiex già fatto al mattino e poi al Col de Roussetdal quale ci stragodiamo la discesa verso Die, con la luce del sole che crea tratti suggestivamente ombreggiati.

Altopiano di Vassiex en Vercors

Curve e giochi di luce sul Col de Rousset




Giornata mooooolto soddisfacente, cenetta in autogestione in camera, doccia e relax!

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Ultimo giorno completo in terra francese, ce lo passeremo tra un mix di natura, storia e arte, anche se definita "grezza". Oggi, proprio per gustarci una creazione particolarissima, allungheremo un po' più del solito e saranno km ben spesi, con il meteo che ha deciso di strizzarci l'occhio benevolo in pianta stabile.


Si inizia con un tratto già fatto il giorno precedente, il piacevolissimo Col de Rousset, l'altopiano di Vassiex en V., Col de Lachau, per poi lasciare la D76 in favore della D199 in direzione Leoncel.
Si viaggia immersi in un bel bosco, su strada praticamente deserta. Ogni tanto la vegetazione regala improvvisi squarci panoramici. Lungo il tratto alcuni cartelli invitano alla prudenza per possibili attraversamenti di cervidi. In effetti ne vedremo parecchi e ne scanseremo un paio che ci attraversano la strada giusto per un paio di secondi. I padroni del bosco. Stupendi!
La strada finalmente esce allo scoperto e subito ci godiamo una sosta panoramica. Di lì a breve toccheremo il suggestivo Col de la Bataille, con la strada che si appoggia sul crinale regalando begli affacci sui due versanti.

 Panorama verso la Val d'Isère

Col de la Bataille


Continuiamo la nostra strada per raggiungere la vera meta di giornata, planando pian piano verso la valle dell'Isère. Arriviamo ad Hauterives perfetti per l'ora di pranzo. Fa caldo, ma un bel piatto di ravioli affogati al formaggio per me e una crepe al salmone per Veronica allieteranno la calura, anche se per quanto mi riguarda....con scarsi risultati!
Dopo un pranzo non proprio "ideale", andiamo in visita al Palazzo Ideale, una particolarissima creazione inventata dal nulla da un postino, Ferdinand Cheval, che per trentatre anni dedicò il suo tempo libero a rendere solida una sua immaginazione.
Pare che l'origine del tutto sia dovuta ad un inciampo dello stesso Cheval in una pietra complessa e articolata, che mise da parte affascinato. Da lì in poi l'eccentrico postino iniziò a riportare a casa pietre dai fiumi toccati nei suoi itinerari "postali", pietre che poi servirono come decorazione e sostegno del suo palazzo. Nessuna nozione di architettura o di storia dell'arte, nessuna conoscenza dei materiali da costruzione, solo tanto sacrificio e una ferrea convinzione di arrivare a dar vita al suo sogno, ideato prendendo spunto dalle cartoline che negli anni consegnava a destinazione. Posti mai visti eppure ammirati tanto da volerli in qualche modo toccare con mano trasformando il suo viaggio mentale plasmando tremilacinquecento sacchi di calce, mille metri cubi di mattoni, centomila pietre.
Un lavoro in solitaria, immane, iniziato nel 1879 e concluso nel 1902, spesso portato avanti di notte alla flebile luce di una lampada a petrolio, e che dal 1969 è diventato monumento nazionale francese.
La struttura, con il suo frullato di stili tra indiano, egiziano, cinese, non presenta spazi abitabili ma stanze e cunicoli abbelliti da strambe figure, colonne, archi, scritte con motti e proverbi, scale interne per accedere alla terrazza anch'essa ricca di spunti. Ci sarebbe da stare giorni per scoprire tutto.
Un vero spettacolo, per l'occhio ma non solo. A parte la bellezza, che è sempre soggettiva, è la convinzione di arrivare allo scopo a farci restare di stucco. Grazie postino!












Di nuovo in sella, rientriamo alla base intrecciando il percorso mattutino sostando a Leoncel, dove sull'altopiano a 900 m/slm si erge da quasi nove secoli l'abbazia cistercense omonima.


Facciamo una piccola deviazione per salire ancora, fino al Col de Tourniol da dove possiamo ammirare l'altopiano. Questo luogo, dove regna la pace, fu teatro nel 1989 di una sciagura aerea e un cippo è lì a ricordare la tragedia e i nomi degli scomparsi.

Col de Tourniol

Ancora curve e panorami, rientriamo tramite stradine poco battute, rese molto molto suggestive anche dalla luce solare che inizia a giocare con i chiari scuri.

Col de la Croix

Col de Marignac

Una simpatica amicizia on the road

Ciao Vercors, è stato veramente un piacere!

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