Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

giovedì 14 luglio 2016

Scozia - 6a puntata - Da Tongue a Duncansby Head

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La giornata odierna sarà una galoppata in scioltezza per arrivare al nostro punto più a nord/est mai raggiunto durante un viaggio in moto.
Parecchio tempo fa avevo letto di un tour invernale fatto in solitaria per raggiungere l'ultima casa scozzese a John O' Groats. Quella lettura mi è sempre rimasta nel cuore, con la classica idea del "come sarebbe bello...".
Ci siamo. Non sarà epico, nemmeno troppo avventuroso, ma ci siamo. Una delle tante mete appetibili ai motociclisti (mete più mentali che fisiche) ci sta per accogliere.

Cartina Google

La strommina scorre tranquilla, su strada vicina al mare ma non tanto da affacciarcisi. Fino a Thurso si viaggia immersi nella più classica brughiera e neppure facendo una deviazione poco prima di Strathy per raggiungere l'omonima punta si riesce a toccare la costa. Poco male. Più avanti ci rifaremo con gli interessi.

Strathy Point

Poco dopo Thurso riusciamo a prendere i primi contatti con il mare del Nord. Vicino a noi si ferma un altro motociclista, un tedesco randagio, solitario e in pace con il mondo. In quei posti non è difficile trovarla.

Insenatura e spiaggia tra Castletown e Dunnet


Ripartiamo, ma ormai siamo prossimi alla meta. Una meta mentale, come dicevo. Lo si sente dentro. Di certo è una cosa banale, sicuramente non vitale, ma per chi come noi ha la fortuna di poter fare un viaggio così è un momento importante. Siamo ricchi se ci possiamo permettere di arrivare quassù e in certo senso è come se ci si sentisse appagati per come abbiamo investito la nostra ricchezza.
Col senno di poi resteranno le foto, questo resoconto, qualche toppa da cucire sul gilet, ma anche tanti tanti tanti ricordi, tante sensazioni. Non penso ci sia un modo migliore di spendere i propri averi. Mai niente può riempirti come un viaggio, agognato o meno, facile o difficile, bello o brutto che sia. Al ritorno riporti con te qualcosa, sempre!


A John O' Groats non c'è molto, o forse c'è anche troppo. Fortunatamente non c'è il parcheggio pieno e molti dei turisti si riparano dal vento incessante al caldo di alcuni locali o a rovistare tra i mille gadget.
Se si tolgono questi segni del turismo resta un posto crudo, l'ultimo trampolino verso le Orcadi, divise dalla Scozia da una pericolosa e agitata lingua di mare.
Entrare nel minuscolo porticciolo con il traghetto che fa la spola non deve essere per niente facile quando le condizioni meteo sono anche solo per poco...incupite!



 


Ripartiamo e dopo poco più di un miglio siamo nuovamente fermi.
Duncansby Head, oltre all'omonimo faro, presenta scorci da favola, con spaccature nella frastagliatissima costa e alcuni faraglioni che ci lasciano letteralmente a bocca aperta, come se la natura, nella sua austera bellezza, ci prendesse semplicemente a schiaffi.

 




I caratteristici fiori "pelosi"





Le immancabili e curiose pecorelle

Torniamo alla moto dopo aver fatto il corto trekking che ci separava dal parcheggio. Lì per lì, complice il vento freddo, non ci siamo tolti niente da dosso, ma ora l'effetto serra si materializza egregiamente: sono zuppo di sudore.
Nel mentre ci prepariamo a partire arriva un biker scozzese, pure lui su una strommina.
Resta piacevolmente sorpreso di scoprirci italiani e facciamo due parole sul quanto è bello viaggiare e di come vada bene questa motina. Ciao Strommer!
Ripartiamo e zac...di nuovo fermi, ancora a John O' Groats. Il perchè è presto detto. Infilo in uno dei bagni pubblici e fortunatamente trovo quel che cerco, un asciugamani elettrico, che ovviamente non mi servirà per le mani, bensì per la biancheria...
Ripartiamo, per la nostra ultima meta di giornata e per raggiungere il punto più a nord della Gran Bretagna.


Il faro di Dunnet Head

Dunnet Head: la costa verso ovest


Mentre siamo lì a gozzovillare arriva un gruppetto di biker indigeni, che non sembrano molto socievoli. Sembra quasi che gli si sia tolta l'esclusiva del luogo. Boh...
E' proprio il caso di dire che iniziamo la discesa verso casa, con un po' di magone ma anche con tanta soddisfazione. L'indomani saluteremo Tongue per spostarci verso lo Speyside, il regno delle distillerie, dove ritroveremo tanta acqua. Beh...non solo!

Scorci sul rientro a Tongue

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