Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 15 luglio 2016

Scozia - 7a puntata - Speyside, il regno delle distillerie

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Oggi sarà giornata di trasferimento e, con il senno di poi, di visita annacquata ad una prima distilleria, un'immersione in tutti i sensi nelle specialità scozzesi!

Tongue: in partenza dal B&B

Salutiamo la minuscola Tongue e prendiamo la bella e solitaria A836 fino a Lairg.
Peccato che il meteo continui con il suo fare capriccioso perchè, tanto per cambiare, ci sarebbe stato da godere molto di più del tratto appena fatto. Le Single Track Road sono una vera manna per un viandante in cerca dell'essenza e del proprio "ombelico del mondo", consentendoti di entrare in trance e di mantenere l'estasi per molte miglia. Nella nostra congestionata Italia non è per niente facile fare lo stesso.
Al piccolo trotto ci ritroviamo sull'A9, il che ci consente di allungare un po' il passo. Piove, non piove, piove di nuovo. E' inutile stare a perder tempo per strada, per cui con un incedere tranquillo ma costante lambiamo Inverness e, poco più di venti miglia dopo, abbandoniamo la A9 mentre la pioggia sale di intensità.
Che uno degli ingredienti preziosi per fare il whisky fosse l'acqua ormai l'abbiamo capito, ma speravamo di avere delle condizioni appena appena un po' meno convicenti.
Lungo la A95 ci fermiamo davanti alla nostra prima "cattedrale". Oltre all'acqua nelle mutande c'è anche un altro problema. Non è visitabile. Alè!

The Tormore Distillery

Non è poi così drammatico, visto che fatta poca strada troviamo un altro luogo mistico alimentato manco a dirlo dalle acque del fiume Spey.

The Cragganmore Distillery


Siamo letteralmente zuppi, e forse facciamo pena pure ai cordialissimi impiegati della distilleria.
Al nostro arrivo manca ancora un po' alla prima visita guidata del pomeriggio. Ci fanno togliere le tute e, incuranti della zozzeria appiccicata specialmente su pantaloni e soprascarpe, portano il tutto "ad asciugare". Restiamo per un po' colpiti da tanta gentilezza e allo stesso tempo siamo curiosi di capire meglio quale sarebbe il luogo di "essiccazione".  Partiamo in visita, che come approccio poi altro non è che la ripetizione più o meno allineata a quella goduta alla Talisker. Al di là delle nozioni tecniche, che almeno fino ad un certo punto viaggiano in simbiosi con il mondo birrario, è sempre speciale visitare questi luoghi, e più che altro sentire gli odori, quasi gli umori del nettare che sta prendendo forma.
La sala dove fanno bella mostra di se gli alambicchi si è per l'occasione trasformata anche in sala per stenditura panni.
Le nostre mute sono lì in bella mostra, che stanno tentando di asciugarsi al calore emanato dagli alambicchi che vanno a pieno regime. Riprenderemo la stesa a fine tour. Meno male che non c'è niente da stirare!
Di nuovo in sella ma per poco, visto che in breve siamo di nuovo fermi, ma stavolta solo per curiosare. The Macallan Distillery è una specie di città, grandissima e in attuale espansione visti i tanti lavori in corso.
Preferiamo realtà più contenute e rimandiamo all'indomani altre visite alcoliche.

The Macallan Distillery

Arriviamo a Craigellaiche dove faremo tappa per i prossimi giorni. Al posto della solita stanza da B&B, prendiamo possesso di un vero e proprio appartamento, dove accendiamo pure un confortante riscaldamento. Serata in relax totale. Ci voleva!

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Siamo nell'universo delle distillerie e siamo arrivati lì per quello, ma cercando di svicolare tra le pieghe del maltempo ci convinciamo che forse oggi giove pluvio avrà un po' di clemenza e sfruttiamo tutta 'sta benevolenza per fare un giro storico/paesaggistico.


Cartina Google

Si parte, e poco dopo Dufftown lasciamo la strada principale per infilarci nell'ennesimo budello solitario.
Se le colline si distendessero, sembrerebbe di percorrere le sterminate pianure americane, dove ogni tanto il tempo sembra essersi fermato e dove troviamo sapori vintage...


Tocchiamo prima Rhynie e, variando il codice della strada a vari bivi, pure Banchory.
Ormai siamo in dirittura d'arrivo e ci godiamo quel che possiamo del Dunnottar Castle, prima meta di giornata.
Lasciamo la moto al parcheggio e ci inoltriamo sullo stradello sterrato che scende verso la costa, senza che del castello si scorga qualcosa. Tutto ad un tratto però eccolo là, in rovina ma non per questo meno austero e fiero. Se le pietre potessero raccontare gli accadimenti successi nei secoli narrerebbero di litri e litri di sangue versato nelle battaglie tra eserciti inglese e scozzese. Una carneficina tra le più celebri è quella dell'imprigionamento di una guarnigione inglese da parte di William Wallace, il più famoso e combattivo oppositore all'invasione inglese delle terre scozzesi, che chiuse gli inglesi all'interno della cappella del castello dandogli poi fuoco.
Ci gustiamo le rovine girandogli intorno. Ogni cinque passi sembra di avere davanti qualcosa di diverso. Il sito è davvero molto suggestivo e merita senz'altro un passaggio!




Lasciamo la storia e il mare del Nord rientrando verso l'interno. Man mano che le miglia scorrono via il parziale dei km. giornalieri sale, come la fame. Arrivando a Kirriemuir troviamo l'immancabile market, dove prendiamo qualcosa da mettere sotto i denti. Fa un bel freschetto, e ci pappiamo il lunch un po' intirizziti.
Mentre mastichiamo buttiamo un occhio pigro all'interno della vetrina dell'ufficio del turismo, edificio al quale ci siamo accostati per parcheggiare la moto.
"Eeeeeeeehhhh?? Comeeeee???? Nooooo...sieeeeeeee!!!!"
Da amanti della musica, specialmente di quella rock, restiamo lì davanti alla vetrina come due beoti, come se avessimo fatto la scoperta del secolo per caso.
In effetti è stata una scoperta mooooooolto meno importante, però è ugualmente affascinante trovarsi nel paese natale di un mostro sacro della musica, quel Bon Scott che dette voce agli AC/DC.
Detto fatto andiamo in cerca del monumento tirato su in suo onore. Un bel momento fuori programma.

Kirriemuir

Il monumento a Bon Scott

Da Kirriemuir ci inoltriamo verso le Cairngorm Mountains, mentre il cielo sembra darci l'ennesimo dispiacere. Percorriamo una strada senza sfondo, che raggiunge un parcheggio sfruttato dai tanti camminatori che troveranno pane per i loro denti tra queste suggestive montagne.

Braedownie, fine della strada

Una nota a parte per gli accaniti camminatori incrociati durante queste ferie è doverosa. Li abbiamo trovati praticamente ovunque, nei pressi dei centri abitati come ad anni luce dal più vicino senso di civiltà, quasi sempre schiaffeggiati da vento e/o pioggia battente, ma con la sensazione che fossero felici. Rapendo i loro sguardi sotto le mantelline o vedendoli dialogare tra loro con fare tranquillo ci regalavano un gratificante senso di pace. Bravi e...grazie!
Torniamo verso Kirriemuir e tramite la B951 prima e la A93 poi, risaliamo verso nord, sempre immersi nel Cairngorms National Park.

Forter Castle

Si fanno miglia e miglia inglobati nelle sinuose montagne, e in certi momenti il cielo cupo regala momenti irreali, sospesi, epici. I posti sono spettacolari e il traffico tendente a zero contribuisce a dare un maggior senso di elitaria libertà.

Su per il Cairnwell Pass

Nei dintorni di Braemar

Gairnshiel Lodge

Lasciamo la A93 per la A939. Non cambiano gli scenari, semmai è il vento sempre più o meno presente a farsi notare maggiormente. Saliamo verso il Lecht Pass, con la strada che improvvisamente si impenna subito dopo Cock Bridge. Il vento si fa impetuoso e sono costretto a scalare marce per tenere la moto in tiro. Metro dopo metro spero che il dubbio di cadere non si trasformi in realtà, e non so come arriviamo sul culmine. A parte la foto di rito ce ne scappiamo a valle, schivando il bestiame allo stato brado presente sulla via. Una volta al sicuro tiriamo un sospiro di sollievo. Mai sentito un vento così forte in sella alla moto. Sono sincero dicendo che sono andato vicinissimo a macchiare la mutanda!!

Su per il ventosissimo Lecht Pass

La giornata sta volgendo al termine, non senza un po' di suspance. Arriviamo a Tomintoul convinti di fare un rabbocco di benzina. La grandezza del paese lasciava ben sperare riguardo la rintracciabilità di una pompa di carburante. Non chiedevamo chissà quante pompe. Una ci sarebbe bastata. Macchè...manco l'ombra.
Su segnalazione di un alticcio paesano allunghiamo ancora, con la spia che svolge egregiamente il proprio compito, che tradotto dal gergo strumentale significa "Oh....io a breve mi fermo. Fate voi! ".

La campagna nel tratto Tomintoul-Speybridge

Riusciamo nell'intento, promettendoci di non rimandare troppo la prossima sosta benza, una cosa da tener di conto in Scozia, visto che si possono fare tante e tante miglia senza trovare modo di fare rifornimento.

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Dopo storia e miglia ci ributtiamo nell'alcool, facendo un giro "intorno casa".
Prima di tornare a parlare di malto, fementazione e distillati, facciamo una breve visita all'antica stazione ferroviaria di Dufftown, dove il tempo sembra essere rallentato. Da qui parte un trenino che viaggia nelle terre del whisky (Keith & Dufftown Railway).



Ripartiamo. Prima, seconda e fermi nuovamente. Ora si inizia a fare sul serio!


Ci mettiamo in lista per fare la visita, che appare più completa rispetto a quelle già fatte in precedenza. Abbiamo inoltre la facoltà di fare le foto e questo non è poco per tenere vivi i ricordi.






La visita continua nel magazzino, grandissimo, il luogo della pazienza e dell'attesa, dove il silenzio sembra quasi religioso e gli odori un viaggio della mente.
Una nota di merito della Glenfiddich è l'essere autonoma, di non appartenere a nessun gruppo di distribuzione di alcolici su scala mondiale, esempio di capacità e caparbietà del tutto scozzesi!
Da una distilleria all'altra, si passa alla Strathisla, una delle più vecchie distillerie scozzesi ancora in funzione, dove vengono prodotti vari whisky per comporre i blended di proprietà del gruppo Chivas Regal.
La distilleria è piccola, sembra quasi artigianale rispetto a quelle viste fino adesso, ma è maledettamente suggestiva, grazie anche alla forma della costruzione, con le pagode che avevano la funzione di areare i locali dove avveniva la maltazione. Di whisky marcati Strathisla ne fanno soltanto uno che, personalmente, ho trovato il più buono al momento della degustazione.





Ripartiamo un po' brilli e felici, un po' in stile "Ma che ce fregaaaa, ma che c'emportaaaa, ..." e puntiamo il muso sudicio della strommina verso Elgin.
Avevamo letto cose interessanti riguardo a questa cittadina, ma la visita sarà abbastanza deludente.
Amen. Mica può sempre andare bene.

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Abbiamo ancora un giorno di Scozia e ce la vogliamo prendere comoda restando in paese. L'idea sarebbe quella di visitare la distilleria posta a due passi dall'appartamento, ma scopriamo con un po' di delusione che non è possibile fare la visita. Eppure ci avevano parlato di una visita particolare, fatta pure di installazioni interattive. Boh...vorrà dire che faremo come a Faenza: si fa senza!
Buttiamo tutta la nostra curiosità su un altro centro che riveste una vitale importanza da quelle parti, lo Speyside Cooperage, dove vengono rivitalizzate le botti provenienti dall'America o dalla Spagna. Mani sapienti si danno un gran d'affare per smontare, ravvivare e riassemblare botti già utilizzate per la produzione del Bourbon o del Porto. Il whisky scozzese infatti utilizza solo questo tipo di botti "usate", così da avere legni che non rilascino nessun tipo di essenze che possano in qualche modo influire sul gusto finale.


E' un vero spettacolo vederli all'opera, più che altro pensando che non viene utilizzato nessun tipo di colla per garantire la tenuta. La guarnitura tra coperchio e corpo della botte viene fatta inserendo lo stelo di una pianta palustre di cui non ricordo il nome, il resto è legno su legno.
E' un lavoro che si impara nel tempo, frutto di un apprendistato lungo ben quattro anni!
Se poi si pensa che il lavoro è a "cottimo", si capisce anche perché ci mettano tutta quella lena...




Usciti dai mastri bottai facciamo giusto due passi fino al fiume Spey e alle sue rive, da dove vengono pescati i salmoni.
Le ferie scozzesi finiscono qui. Rientriamo in appartamento e iniziamo le operazioni di stivaggio.
Domani inizia il vero e proprio viaggio di ritorno e di strada ne abbiamo ancora tanta da fare!

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8a puntata - Dallo Speyside al Mugello
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